Once upon a time in Ostia Beach

 

 

Chi sono Smoh and Jelly Berry?
Smoh e Jelly Berry sono hat makers contemporanei e anticonvenzionali con una passione smisurata per il Pop & Geam, le arti visive, i viaggi in moto e Gigi Dag.
Cosa fanno?
Nel 2018, dopo aver lavorato per dodici anni come schiavi nel settore della moda, decidono di prendersi una pausa per analizzare e meglio comprendere il motivo che ha portato l’individuo a non voler distinguersi dalla massa (causa una sempre più costante proposta standardizzata), ma al contrario preferisce inseguire un modello di omologazione che lo faccia sentire accettato in una società in cui la soggettività è sempre più limitata.
Questo pensiero, dibattuto a lungo dai più illustri filosofi nel nostro tempo, si è manifestato in tutta la sua complessità nella testa di Smoh, qualche giorno prima del compleanno di Jelly.
A dirla tutta, l’approccio che Smoh ha avuto nei confronti del fenomeno cosidetto “Omologazione” non è stato lo stesso che probabilmente avrebbe avuto Pasolini o Bauman, ma è stato più qualcosa del tipo: «Che c***o le regalo quest’anno?»
Come non biasimare, Smoh. D’altronde, quante volte avremmo voluto fare un regalo a un nostro caro pensato esclusivamente per lui. Qualcosa che possa riflettere la sua personalità e il suo valore. 
In altre parole: qualcosa di veramente unico.
La risposta all’interrogativo di Smoh arriva quando lui stesso vede su Instagram un cappello interamente personalizzato da un artigiano straordinario di Venice Beach.
«Le regalerò un cappello personalizzato» pensò Smoh. «E lo realizzerò con le mie fottute mani!»
Detto fatto. Nel gennaio del 2019, Smoh and Jelly Berry partono alla volta della Toscana (terra di mastri cappellai), nel tentativo di rintracciare l’Hattori Hanzo dei cappelli. La leggenda vivente. A detta di molti, l’unico in grado di modellare un cappello con la forza del pensiero. Il signor JPB in persona. Un mito assoluto. Il “Numero 1”.
Nonostante una serie di imprevisti, alla fine la spedizione porta i suoi frutti, infatti, all’alba del quinto giorno di ricerca, il signor JPB si manifesta ai due ragazzi in tutta la sua magnificenza e, nonostante l’enorme mole di lavoro cui è sottoposto, accetta di insegnare loro tutti i segreti del mestiere (tranne la modellazione col pensiero). 
Il corso è notevolmente impegnativo, tuttavia è l’unico modo per apprendere la tecnica necessaria al loro scopo. I due ragazzi si impegnano come non mai nella loro vita, scoprendo una manualità inaspettata e un senso estetico comune a pochi.
Col tempo Smoh inizia a modellare cappelli sempre più rifiniti, e Jelly – che viene dalla Scuola d’arte, rispolvera il suo talento per le decorazioni, le incisioni, i ricami, i disegni e tutto quello che occorre per rendere un cappello rifinito e unico nel suo genere.
È la svolta!
Dopo aver ricevuto la benedizione dal proprio mentore, e aver appreso da lui tutto quello che c’era da sapere sulle sofisticate tecniche dell’arte del cappello, Smoh and Jelly Berry sono pronti per immettersi nel business dell’alta moda, e così nell’inverno del 2020 lanciano la loro prima capsule ispirata al deserto del Nevada. “Nevada anno zero”.
Nello stesso anno, parallelamente alla linea preit-a-porter, Smoh and Jelly Berry lanciano un personalissimo progetto chiamato “âme bohème”, che consiste nella realizzazione di cappelli INTERAMENTE PERSONALIZZATI. Lo scopo del progetto è dare alle persone la possibilità di creare un cappello che racconti qualcosa di sé: ispirazioni, sogni, amori, ambizioni e ricordi. Ma anche rancori, imprecazioni e maledizioni.
Nello specifico, in cosa consiste la personalizzazione di un cappello?
È un percorso molto affascinante e sofisticato che inizia con il rilascio di una caparra presso lo store Smoh and Jelly Berry.
In quell’occasione, oltre a rilasciare la caparra – che poi verrà conteggiata come anticipo per l’acquisto di uno Smoh and Jelly Berry – si avrà la possibilità di provare le più disparate tipologie di cappello: dal Fedora al Trilby passando per il Pork Pie, fino ad arrivare all’intramontabile Cowboy. Dopodiché, con la consulenza di Smoh and Jelly Berry, si passerà al colore e al tessuto più indicato per il tipo di modello da realizzare.
Il passaggio successivo del processo di progettazione viene da loro definito “CREATIVO” (fantasia a galloni), ed è in questa fase che viene concepita la personalizzazione nel senso più stretto del termine: una dedica, una frase significativa, un disegno, un oggetto a cui si tiene particolarmente (un cimelio di famiglia, una moneta, una piuma, una spilla, un ciondolo ecc...), o semplicemente delle iniziali, il segno zodiacale o una data importante, da riportare sul cappello. Però niente simboli fallici, merdate naziste o espressioni che possano disturbare la sensibilità altrui.
Il risultato finale sarà un cappello fatto per durare nel tempo (a meno che non finisca in un inceneritore), che ti accompagnerà nelle tue giornate e nei tuoi viaggi, proteggendoti dal sole e dal vento, ma soprattutto rivelando al mondo la tua anima. Quell’anima avventuriera e romantica che è solo tua, e per questo unica e irriproducibile (questo, forse, già è stato detto).
Quali materiali vengono utilizzati?
Vengono utilizzati unicamente materiali di altissima qualità. Lapin, lana, toquilla ecuadoriana, fibre naturali ma anche gros-grain, petersham, seta, cuoio, canapa. E tanto altro...
Dove reperiscono gli ornamenti per i loro cappelli?
I cappelli vengono realizzati nel modo tradizionale, seguendo l’antica tecnica dei mastri cappellai, ma la particolarità che contraddistingue veramente uno Smoh and Jelly Berry è legata ai dettagli e alle finiture con cui i cappelli vengono adornati.  Il motivo è riconducibile al concetto di Melting Pot che è alla base di Smoh and Jelly Berry, il cui intento è quello di rivolgersi a tutte le persone che vogliono fondere la propria cultura con quella di altri popoli. E proprio per questo motivo, gli ornamenti vengono reperiti nei posti più disparati del mondo. Il Mercato delle Pulci a Parigi, i Souk di Marrakech, i mercatini vintage di Candem Town a Londra e le Riserve degli indiani d’America (quest’ultima è una bugia ma Jelly pensa che faccia fico dirlo). Poi ci sono i produttori indipendenti di Dubai, Saint Tropez e Montecarlo... ma da loro non prendono nulla perché sono cari arrabbiati.
Quali sono i tempi per la realizzazione di un cappello personalizzato?
I tempi dipendono da diversi fattori. Primo fra tutti, la ricerca dei materiali. Comunque, diciamo dalle 2 alle 4 settimane.

 
 
 

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